Se ti stai chiedendo come pagare la tua babysitter, è un buon segno: significa che sei già a buon punto. Certo, dovrai dichiarare ufficialmente il tuo babysitting, perché i rischi del lavoro in nero non fanno per te. Pagare la propria babysitter è ormai un gioco da bambini grazie alla semplificazione delle pratiche amministrative. Hai persino un voucher o "buono" specialmente ideato per questo tipo di situazioni.
È davvero semplice! Quando assegni un voucher o "buono" alla tua babysitter, si mette in moto tutto un sistema.
Dietro a un semplice gesto, si nascondono infatti tutte queste pratiche:
Per il committente (la famiglia)
Il committente può beneficiare di prestazioni nella completa legalità, con copertura assicurativa INAIL per eventuali incidenti sul lavoro, senza rischiare vertenze sulla natura della prestazione e senza dover stipulare alcun tipo di contratto.
Per il prestatore (la babysitter)
Il prestatore può integrare le sue entrate attraverso queste prestazioni occasionali, il cui compenso è esente da ogni imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato.
È, inoltre, cumulabile con i trattamenti pensionistici e compatibile con i versamenti volontari.
Puoi anche decidere di regolare le prestazioni in contanti, ma in questo caso sarà necessario stabilire separatamente la busta paga, fare il calcolo e dichiarare i trattamenti pensionistici, senza dimenticare la redazione del contratto di lavoro... Non ti sembra che sia già abbastanza complicato?
Il rischio più leggero:
Se, nonostante le nostre raccomandazioni, cedi alla tentazione di non dichiarare il tuo dipendente, sappi che ti esponi, insieme alla babysitter, a delle sanzioni penali gravissime, che sono state messe a punto dalle recenti riforme sul lavoro (Jobs act):
Le sanzioni sono aumentate del 20% nel caso in cui il lavoratore sia straniero senza permesso di soggiorno (in questo caso per il datore di lavoro scatta anche la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato), oppure sia minore in età non lavorativa.
Ti ricordiamo, inoltre, la tua babysitter ha il diritto di pretendere una regolarizzazione e che, in questo senso, può denunciare il datore di lavoro in maniera anonima. Più informazioni qui.
Il dipendente, siccome è l'anello debole della catena, non rischia nulla.
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