Enrica, assistente all'infanzia professionale - 36015 Schio

Laureata in Scienze filosofiche e dell'educazione L19

Docente si scuola primaria statale. Discipline insegnate: matematica, scienze, inglese e tecnologia delle classi terze; italiano classi prima e seconda.

Hobbies: disegno, pittura, musica in digitale, canto, strumenti musicali, sport.

OBIETTIVO PROFESSIONALE:
Vorrei poter applicare le mie conoscenze relative alle discipline socio-psico-pedagogiche acquisite durante gli studi, lavorando nell'ambito educativo utilizzando le strategie dell'allenamento emotivo, la cui caratteristica principale è l'empatia. Ritengo che l'educazione concepisce l'ambiente sociale complesso in cui viviamo. Pertanto reputo fondamentale dare alla pedagogia e all'educazione la priorità nell'ambiente scolastico.
Le Agenzie educative, fino ad oggi, hanno "fatto" educazione applicando delle strategie educative volte allo sviluppo cognitivo (razionale; emisfero destro) dell'individuo, cioè il Q.I., ignorando lo sviluppo emozionale (intuito, sensazione, percezione; emisfero sinistro) dell'individuo. In questo modo, la priorità sembra sia stata data ad un solo lato del nostro "brain", ma fino a prova contraria abbiamo due emisferi autonomi che si coordinano tra loro costantemente per far fronte agli eventi/stimolo che si presentano ogni giorno nell'arco della nostra vita. Grazie agli studi effettuati dalla psicologia delle emozioni e dalle neuroscienze in quest'ambito, si può affermare che la conoscenza di sé, la persistenza e l’empatia sono elementi che nascono dall’intelligenza emotiva e sono quelli che probabilmente influenzano maggiormente la vita dell’uomo. Infatti l'intelligenza emotiva, l'I.E., è proprio l'intelligenza che permette di far dialogare la parte razionale con la parte emozionale del nostro cervello permettendo all’individuo di autoregolarsi rispetto ai propri sentimenti e di ridurre la risposta reattiva che altrimenti sarebbe aumentata e sovente incontrollata. Rappresenta così una fondamentale abilità interpersonale, intesa come capacità di relazionarsi nel modo ottimale con gli altri, di instaurare relazioni interpersonali soddisfacenti e significative, di assumere comportamenti adeguati alla situazione che si sta vivendo, di risolvere problemi, di percepire, comprendere ed esprimere i propri sentimenti in maniera adattiva.
Pertanto se l'emisfero destro è la parte logica e razionale dell'organo cerebrale, in grado di percepire le figure, lo spazio, la propriocettività ed è la parte preposta all'apprendimento, alla memoria, alle funzioni logico-matematiche, alla strutturazione di concetti semplici e lineari, l'emisfero sinistro, invece, permette di cogliere le sfumature concettuali, la modularità vocale che imprime significato a ciò che si sente ed è la parte del cervello in grado di leggere tra le righe, di interpretare i concetti in base ai toni di voce, ai modi di dire, alla punteggiatura se si parla di comprensione di testi scritti. In altri termini, se nella scuola valorizziamo l’intelligenza emotiva possiamo allenare, in modo adeguato, la capacità intrinseca di ogni individuo a riconoscere e gestire le proprie emozioni, in modo tale che esse svolgano una funzione di guida e di supporto al comportamento, ma anche al pensiero. Per mettere in pratica questo assunto, è fondamentale sviluppare un’autoconsapevolezza della propria esperienza, riconoscendo i propri vissuti attraverso dei segnali fisiologici-somatici. Questo meccanismo è possibile se, nel corso del nostro sviluppo, abbiamo acquisito un buon vocabolario che ci permette di riconoscere un’emozione, di attribuirle un nome, e quindi attribuire un significato agli eventi; questa abilità rappresenta uno dei principi dell’intelligenza emotiva, perché si tratta di uno degli elementi che facilitano l’apprendimento, riducendo gli effetti di sentimenti ed emozioni spiacevoli suscitate dall’evento/stimolo, in favore di una capacità positiva di instaurare e mantenere buone relazioni sociali. Di conseguenza, questo concetto ci rimanda all’idea che l’educazione per essere efficace, cioè essere una guida a tutti gli effetti in grado di sviluppare e potenziare tutti i talenti presenti in ogni essere umano, deve fare riferimento alle competenze emotive interpersonali quali: ricettività, affetto, ascolto ed empatia. In questo modo, il risultato che si potrebbe ottenere da un’educazione allenante è quello di diventare un futuro adulto attento a sé stesso, in primis, ma attento anche al resto della comunità, capace di ascoltare, comprendere, supportare, capire, empatizzare, e volgere uno sguardo empatico nei confronti di tutti gli esseri umani che popolano la terra, indipendentemente da chi essi siano.