Clelia, assistente all’infanzia a Napoli

Ciao, mi chiamo Clelia e sono in possesso di qualifica come operatrice territoriale di ludoteca. Ho lavorato per 15 anni a progetti ludico-educativi (Fascia di età: scolare, da 4 anni in su) per le scuole e presso la ludoteca comunale del Centro Asterix in via Atripaldi - Napoli, al progetto di educativa territoriale (doposcuola + attività ludico -educative), progetti di produzione di audiovisivi e , destinati alla cura dei minori e dei giovani, animazione in ospedale e tanto altro.
Posso fare doposcuola per elementari, medie, liceo classico (greco e latino). Lingue straniere: tedesco e inglese.
La mie prestazioni sono calibrate sulla base dell' osservazione dei bisogni emergenti dei bambini, quindi pianificate e condivise con lafamiglia.La mia qualifica mi ha fornito una metodologia di approccio empatico ed ascolto attivo, molteplici strumenti di giochi (anche mirati all'apprendimento) e la capacità di improvvisare "laboratori casalinghi" atti a favorire la "creatività dell'emergenza", utili per affrontare imprevisti e situazioni difficili (come ad esempio la pandemia).Utilizzare positivamente le paure con esperienze, se non vincenti, quanto meno accettabili, fortifica la personalità ed accresce l'autostima, fondamentale per uno sviluppo armonico della personalità e la realizzazione "sana" dei propri desideri. Si tratta sempre e in ogni caso di approcci ed esperienze divertenti, nonché di apprendimento, dove l'adulto, grazie alla sua capacità empatica di ascolto assertivo, ma anche grazie alla sua personalità e capacità di stimolare e gestire curiosità e passioni, di volta in volta, interpreta i bisogni emergenti del bambino e lo aiuta a soddisfarli fornendogli gli "strumenti espressivi" più stimolanti. Pianifica strategie (di gioco) atte a superare gli ostacoli e lo sostiene nei momenti di difficoltà, condividendo con lui (piuttosto che negando, come spesso è portato a fare l'adulto senza nemmeno accorgersene) ansie e paure. Soltando condividendo le paure, un bambino può sentirsi "compreso" e comprendere le paure vuol dire anche poterle "contenere", quindi poter aiutare il bambino a gestirle. Negandole, si rischia che la paura possa diventare un "mostro" e generare un bambino "incompreso". E' un'esperienza che ognuno di noi, in qualche misura, almeno una volta da bambino, ha vissuto.
Proviamo a ricordarcene.